Un tratto di territorio chiamato Normandia che si estende da Montecchio a Castel Ritaldi, include i Castelli di Castagnola, Giano, Macciano, Clarignano, Morcicchia, Moriano e Colle del Marchese. (G. Ermini).
“Questi popoli del nord non sarebbero altri che i Longobardi, che qui si stanziarono nel 570.” (Tabarrini) .
Nel 1078 i Normanni che subentrarono nei Ducati Longobardi, si insediano a Spoleto; molti di loro si fermano stabilmente nella zona per il controllo delle vie consolari da e per Roma.
Nel 1198 il Pontefice Innocenzo III , Lotario dei Conti di Segni, tutore di Federico II, recupera il dominio su tutti i territori del Ducato di Spoleto e della Marca.
Anno 1223 : Chiesa di San Bartolomeo di Montecchio , sull’architrave vi è la scritta di dedicazione:
“A(n)NO D(omi)NI MCCXXIII – I(n)DIC(tione) XI T(empore) ON(orii) III P(a)P(e)”
“NELL’ANNO DEL SIGNORE 1223 INDIZIONE UNDICESIMA AL TEMPO DI ONORIO III PAPA”(*)
(*) Aprile del 1222, in un incontro avuto con il Papa Onorio III nella cittadina montana di Veroli,…. e ad ottenere dal Papa il consenso all’incoronazione del figlio Enrico al Re dei Romani. Marzo 1223 , Federico II tornò… a Ferentino , in occasione di un altro incontro con Onorio III e altre personalità tra cui Giovanni di Brienne. (B. Li Vigni)
La scena scolpita nella lunetta presenta quattro figure umane, due femminili a sinistra e due maschili a destra. La prima coppia uomo-donna al centro, di dimensioni maggiori, secondo la scala d’importanza rispetto alle due figure laterali, regge all’unisono un giglio/scettro. Entrambe sono coronate, in basso al centro, un uccello rapace, ai lati della coppia, due figure in posizione riverente.
Nonostante l’accanimento nei confronti dei quattro personaggi a causa di una evidente “Damnatio Memoriae”, rimangono perfettamente leggibili i simboli iconografici del giglio e del rapace che rivelano una rara raffigurazione di Federico II di Svevia Imperatore (eletto a Roma il 22 novembre del 1220 (**)). La donna che sorregge il giglio/scettro, insieme all’Imperatore è la madre Costanza d’Altavilla, dalla quale aveva ereditato i diritti di successione del Regno di Sicilia, ma anche sulla Normannia o Normandia.
Federico era rimasto vedovo della moglie Costanza d’Aragona nel 1222, per cui possiamo agevolmente ipotizzare l’identità della figura femminile genuflessa nella figura di Adelaide di Urslingen, madre di Enzo e sorella dell’altro personaggio Rainaldo(?), rettore del Ducato di Spoleto, entrambi figli di Corrado.
(**) – A Bevagna, sulla facciata della Collegiata di San Michele è ancora visibile sulla lesena a destra del rosone una protome dell’Imperatore , sul lato sinistro, con occhio attento possiamo scorgere la traccia di una analoga protome che secondo l’uso rappresentava il Papa Onorio III, come è possibile ancora vedere nel portale della chiesa di Turrita di Montefalco. Federico II aveva promesso al Papa la realizzazione di una Crociata per il recupero della Terrasanta, che realizzerà solo nel 1229 grazie al matrimonio nel 1225 con Iolanda (Isabella) di Brienne, si autoproclamerà Re di Gerusalemme. Gregorio IX dopo la scomunica si riappropria dei territori con una contro-crociata, i Chiavisignati, ne consegue la “Damnatio Memoriae”.
Presso l’Archivio di Stato di Spoleto sono presenti due importanti pergamene che attestano l’impegno di Federico II alla restituzione dei Castelli del Ducato, nella prima (autentica) del 1241 sono nominati tutti i Castelli facenti oggetto del trattato ma non vi compaiono i Castelli della Normandia, i quali, tuttavia saranno riconsegnati nel successivo trattato giunto a noi in copia più tarda. Tutto ciò dimostra quanto fosse nell’animo di Federico II la legittimità del possesso della Normandia.
Carlo Bizzarri
Federico II in Umbria. Damnatio memoriae.
La lunetta della chiesa di San Bartolomeo a Montecchio di Giano dell’Umbria
F.Fabbri Editore ISBN: 978-8867780990)