Storia e mito sono due facce della stessa medaglia, sono complementari:
i miti storici stimolano l’interesse alla storia, e il sociologo tedesco Max Weber ha sostenuto che la moderna società ha necessità di miti.
Lo storico ha il dovere della deminitizzazione, ma non nel senso della distruzione, bensì della spiegazione del mito.
Un mito non nasce per caso. E ha osservato Arnold Esch a proposito di Federico II, se un mito come quello federiciano sopravvive per più di otto secoli, esso deve avere una notevole sostanza storica.
Hubert Houben
Visitiamo, in rapida carrellata, alcuni luoghi teatri di momenti significativi di questa straordinaria esistenza storica.
Iesi
Federico II di Svevia, Re di Sicilia, Re di Gerusalemme e Re dei romani nacque a Jesi, città paragonata dall'imperatore alla nostra Betlemme, il 26 dicembre 1194 dall'imperatrice Costanza, due giorni dopo che il padre, l'Imperatore Enrico VI di Svevia era stato incoronato a Palermo Re di Sicilia.
Palermo
Federico ricevette a Palermo un'educazione cavalleresca mostrando uno spiccato senso del proprio rango e una suscettibile consapevolezza della propria dignità di sovrano. Risiedette in quella città dal 1206 sotto la custodia del cancelliere Gualtiero di Palearia, antico fiduciario del padre, che con il consenso del Papa Innocenzo III concluse il matrimonio di Federico con Costanza d'Aragona. Norbert Kamp
Aquisgrana
Federico II dopo aver conquistato nel 1215 Aquisgrana, nella Cattedrale di Aquisgrana, dove erano conservate le spoglie di Carlo Magno e di suo nonno Federico I il Barbarossa ricevette il 25 luglio una seconda e splendida incoronazione che completò quella di Magonza.
Napoli
Federico II imperatore di grande cultura potenziò l'apparato burocratico e amministrativo dello stato al quale occorrevano giuristi preparati che provenissero dal Regno e fondò il 5 giugno del 1224, l'Università di Napoli, “universitas studiorum” statale e laica, unica nella storia dell'Europa, con docenti provenienti da ogni parte dell'impero, proibì a tutti i sudditi di studiare all'estero e, al contempo assicurò che i contenuti dell'insegnamento fossero orientati verso il diritto pubblico e le leggi locali. Norbert Kamp
Acri
Ad Acri nel 1217 erano approdati i primi partecipanti alla quinta crociata. Lo stesso accadrà con i soldati che Federico II aveva deciso di condurre personalmente in Siria: le truppe al comando di Tommaso d'Acerra attesero in città l'arrivo dell'imperatore che sbarcò il 7 settembre del 1228. E qui ad Atri che l'imperatore proseguì i suoi negoziati con il sultano Al Hamil, che alla fine si conclusero con il trattato di Giaffa che prevedeva una durata decennale, cinque mesi e 40 giorni a partire dal 18 febbraio 1229. Includeva la restituzione di Gerusalemme, di Lydda e della strada che conduceva alla Città santa. Il Toron oggi Tibnin e Betlemme ceduti come beni personali all'imperatore. L'Haram (Cupola della Roccia e Moschea di Al-AqSa rimase ai mussulmani, come pure i villaggi vicini, sotto l'autorità di un governatore. Jean Richard – Henri Bresc
Melfi
Il primo settembre del 1231 Federico II, dal Castello di Melfi, decide di promulgare le Costituzioni di Melfi (o Contistutiones Augustales) raccolte nel Liber Augustalis codice unico di leggi per l'intero regno di Sicilia, opera di enorme importanza per la storia del diritto. Si tratta di leggi che dimostrano come Federico avesse appreso appieno la lezione bizantina e tenesse, nel massimo conto, la tradizione normanna: esse miravano difatti a costituire uno Stato centralizzato, burocratico, tendenzialmente livellatore, insomma già avviato a concezioni che molti hanno reputato “moderne “. Franco Cardini - Marina Montesano
Castel del Monte
Federico II in soggiorno a Gubbio (Agubio) emette un diploma che reca la data del 29 gennaio 1240. un atto con cui ordina al giustiziere di capitanata, Riccardo di Montefuscolo, di dare inizio alla costruzione di Castel del Monte. E' l'unico documento dellìepoca imperiale in cui si parla di Castel del Monte e recita: Federico II imperatore dei Romani, re di Gerusalemme e di Sicilia…..volendo che si faccia l'aquisto del materiale per il Castello che presso Santa Maria del Monte vogliamo sia costruito, benchè esso non appartenga alla tua giurisdizione, pure affidiamo alla tua fedeltà l'incarico di fare senza indugio detto aquisto di calce, di pietre e di tutte le altre cose opportune, tenendoci sempre informato di quantofara….. Il Castello del Monte è una costruzione architettonica che oltre ai caratteri difensivi, richiama valenze simboliche e vanta una forma ottagonale. L'ottagono su cui è basata la pianta appare una figura intermedia tra il quadrato, simbolo della terra, e il cerchio, che rappresenta l'infinità del cielo e quindi segna il passaggio dall'una all'altra.
Cortenuova
Il 27 novembre del 1237, nella battaglia di Cortenuova dopo quella di Legnano, la seconda Lega Lombarda, irriducibile avversaria degli imperatori tedeschi fin dai tempi di Federico Barbarossa è formata da Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Cremona, Bologna, Torino, Vicenza, Padova, Piacenza, Treviso, Faenza, Vercelli, Lodi, Alessandria Crema, Ferrara e il Marchese di Monferrato. Solo Pavia e Cremona, spinte dall'odio verso Milano, rimangono fedeli all'imperatore. L'esercito della lega fu quasi completamente annientato. Federico II a seguito della schiacciante vittoria, fece un ingresso trionfale nella città alleata di Cremona il 1 dicembre, portando come trofeo il Carroccio, ormai privo di ornamenti, trainato da un elefante bardato a festa e sul quale era incatenato il prigioniero, podestà di Milano, Pietro Tiepolo figlio del Doge di Venezia. “La vittoria di Federico assunse un valore simbolico indipedentemente dal suo aspetto militare (…) tutta la corrispondenza federiciana posteriore allo scontro venne improntata alla celebrazione della vittoria: le decine di lettere che furono indirizzate ai principi europei conferirono a “Cortenuova” un'aura quasi epica, di grande evento spartiacque nella storia imperiale, ma soprattutto fornirono l'occasione per esaltare la “maiestas” che trovava una prima grande affermazione sul campo”. Vallerani
Parma
La battaglia di Parma fu uno scontro, tra un esercito di guelfi e l'imperatore Federico II, verificatosi il 18 febbraio del 1248. L'assedio di Parma, città ghibellina che durava dal luglio 1247 proseguiva ormai da otto mesi. L' esercito guelfo assediante Parma guidato da Gregorio da Montelongo, futuro patriarca di Aquileia, attuò una falsa sortita per attirare il grosso dell'esercito imperiale, che comandato da Enzo Re di Sardegna forse non intuì la strategia del nemico. Fu infatti allora che i guelfi attaccarono, fecero migliaia di prigionieri e si impadronirono delle macchine d'assedio. Saccheggiarono e distrussero un accampamento fortificato chiamato Vittoria e penetrarono nella città di Parma prendendosi anche la corona imperiale, il suo tesoro che comprendeva oro, argento, pietre preziose, vasi, vestimenti. il corredo e la suppellettile. Federico II, che secondo alcune fonti era andato a caccia sulla ghiaia del Taro, mentre per altre fonti si era messo in viaggio verso Lione, arrivato a Torino apprese che Parma si era ribellata un'altra volta e vi dirottò l'esercito a tappe forzate marciando anche di notte ma riusci solo a rifugiarsi a Borgo San Damiano da dove raggiunse la fedele Cremona. I sogni dell'imperatore di conquista dell'Italia settentrionale erano caduti per sempre in rovina.
Fiorentino
A Fiorentino città medievale in agro di Torremaggiore, nell'anno 1250 arrivò improvvisamente Federico II “stupor mundi”. L'imperatore gravemente ammalato per via di una infezione intestinale, verrà condotto nella Domus sollaciorum della città dauna. Tutta la corte del Sacro Romano impero si sposterà in quei frenetici giorni di dicembre a Fiorentino, ministri e funzionari dello stato accalcandosi nella piccola cittadella medievale, il cui nome “flore” risulta essere un triste presagio per la vita del grande Svevo. Il vaticinio dell'astrologo Michele Scoto, rivolto allo svevo, ricorderà la fine di Federico in un luogo “ sub flore apud portam ferream”. Tra gli intrighi di corte, il tradimento di Pier delle Vigne e i tentativi di avvelenare l'imperatore da parte di poteri occulti nemici si consuma tragicamente la storia del più grande sovrano medievale.