Nel 1177 il possessore della Rocca Flea era l’imperatore Federico Barbarossa che tuttavia la restituisce al Papato nel 1188.
La comunità di Gualdo Tadino, così come venne costituendosi nel medioevo “entra nellla storia” il 23 luglio del 1208, quando Ranierio Alberti comunis Gualdi presenta ai consoli del Comune di Perugia una pattuizione giuridica con con cui consegnano l’arx Flee, la Rocca Flea conla sottomissione a Perugia.
I Consoli del libero comune di Gualdo Tadino (Waldum o Gualdum) lo sottoposero alla protezione del vicino e forte comune di Perugia e questo comportò continue lotte con il Papato divenendo negli anni fedele all’imperatore svevo.
Intorno al 1237 un devastante incendio distrusse il piccolo borgo che fu riedificato sul Colle Sant’Angelo, dove, in posizione più elevata, si ergeva la Rocca Flea.
I gualdesi negli anni “30 e “40 si erano schierati con lui.
Federico II nel quadro di iniziative politiche e militari e anche per la considerazione che Gualdo, un centro di confine, fosse destinato a divenire un polo strategico per il controllo territoriale gli dette protezione e si adoperò attivamente per la sua rifondazione e il ripopolamento.
Testimonianza della sua presenza a Gualdo si ricava dal registro della cancelleria dell’imperatore (1239-1240) da cui si constata che furono inviati mandati a varie città del Ducato di Spoleto.
Alla fine del gennaio 1240 Federico II transitando per la terra di Gualdo, accompagnato dal fido Giacomo di Morra, capitano generale del Ducato di Spoleto con la sua corte e il suo esercito partì dalla Toscana , attraversò Città di Castello e Gubbio e tenendosi lontano dalla guelfa Perugia, venne accolto dai Gualdesi che ritornano così, dopo alterne scelte di campo, a far parte del Ducato.
Il territorio di confine di Gualdo, infatti, era conteso tra il Ducato di Spoleto e il Comune di Perugia che se lo contendevano essendo quell’area prossima al valico appenninico di Fossato, sito strategico per gli interessi delle due città.
Nel 1242 per volontà delI’Imperatore fu iniziata la costruzione di una cinta muraria con diciassette torri e di una fortificazione (Rocca Flea ) che racchiudeva Gualdo.
La testimonianza storica è un’epigrafe incisa su pietra collocata sull’Arco di Porta Sant’Angelo che recita: “ Porta di San Benedetto, regnando Federico imperatore, nel mese quarto dell’anno del Signore 1242”.
E’ nello stesso anno che per volontà di Federico II s’inizio la costruzione delle robustissime ed estese mura castellani che, dopo aver circondato tutta la città, si riunivano in alto sui fianche della Rocca Flea ed erano rafforzate con profondi fossati e numerosi torri.
- Duprè Theseider scrive che Gualdo presenta rispetto alle “nuove fondazioni” federiciane tutti i caratteri di un nuovo modello di città medioevale: suddivisioni in quattro quartieri, cinta muraria con quattro porte, regolarità dell’impianto allungato e simmetrico rispetto ad un asse centrale.
Nello Teodori (Nuova civitas)
Per i decreti e i privilegi di Federico II, i Gualdesi avevano diritto di eleggere liberamente, con facoltà di creare gli altri magistrati cittadini, di esigere i tributi e di far leggi e giustizia.
Ruggeri (storia civile ed ecclesiastica)
Il 31 marzo del 1246 i gualdesi si schierano con gli imperiali, che guidati da Marino da Eboli, infliggeranno una pesante sconfitta all’esercito organizzato dal Cardinale Ranieri da Viterbo composto in maggioranza da perugini e congiurati guelfi.
Queste ricerche potranno essere implementate da quanti vorranno approfondire e conoscere l’intenso e continuo rapporto del Comune di Gualdo Tadino con la storia imperiale federiciana.
Salve, mi piacerebbe sapere in modo più approfondito la storia e la vita di Gualdo Tadino dopo la ricostruzione da parte dell’imperatore. Quindi la città intorno al 1300 1310.
STORIA DELL’URBANISTICA DI GUALDO TADINO TRA XIII E XIV SECOLO
Tra il 1240 e il 1250, con le agevolazioni della politica imperiale e anche dopo la morte di Federico II per tutto il XIII e il XIV secolo, si assiste a uno straordinario sviluppo edilizio e incremento demografico, un vero popolamento della nuova città.
Il nuovo insediamento è un modello di città medievale. Tutti gli elementi che compongono il sistema urbano (strutture di difesa, strade, porte, piazze, palazzi pubblici, chiese, abbazie, conventi, edilizia residenziale) sono il risultato di un disegno preordinato e definito. La piazza è il cuore pulsante della comunità, è componente essenziale di un disegno filosofico e progettuale in cui interessi politici, militari, religiosi sono mediati dall’interesse collettivo. La piazza è il microcosmo dove s’incarnano urbanistica e architettura, il luogo delle complesse relazioni umane, paradigma e sintesi dell’idea e del modello di città.
L’asse principale di strutturazione urbana, il decumano-maximus della città romana, segue il crinale longitudinale del Colle Sant’Angelo con i poli opposti di Porta San Benedetto in direzione Perugia, e della rocca Flea ai piedi dell’Appennino. All’inizio del XIV secolo la piazza presenta tutti gli edifici civili e religiosi rappresentativi della città: la Cattedrale e la chiesa di San Francesco con gli svettanti campanili, il Palazzo delle Arti e dei Priori, la Torre Civica e il Palazzo del Podestà. A Gualdo, città che aspirava ad essere libero Comune, la Torre Civica è il vero centro geometrico e simbolico della comunità. La torre era un parallelepipedo essenziale, asciutto, di una verticalità notevolissima, molto più dell’attuale.
I frequenti terremoti, tra cui quello devastante del 1751 che provocò danni incalcolabili, la divisione della piazza medievale, operata all’inizio del XVI secolo con la costruzione di una lunga e dividente tratta edilizia, non ci hanno permesso di conoscere nella sua integrità quel complesso urbanistico e monumentale, la piazza di Gualdo, che doveva essere davvero interessante. Quel nuovo castello, un piccolo “prototipo di città medievale”, nato per volere di Federico II di Svevia, è un funzionale sistema di assialità, relazioni tra linee, tra pieni e vuoti che vanno a comporre lo spazio vitale della comunità. Esso è il luogo che più di tutti sintetizza oggi la storia di un popolo antichissimo che ha attraversato secoli e millenni.
NELLO TEODORI, “Storia dell’urbanistica di Gualdo Tadino. La città tra XIII e XVI secolo”, in “Il Nuovo Serrasanta”, n°12, dicembre 2017 – Edizioni Accademia dei Romiti, Gualdo Tadino.