FEDERICO II, GUBBIO, GUALDO E CITTA' DI CASTELLO

Gubbio tra ghibellinismo e guelfismo

Al tempo del Barbarossa, Gubbio, facente parte dello schieramento ghibellino, dovette affrontare una rovinosa guerra (1183) con la potente vicina Perugia, città papale di incrollabile fede guelfa. A seguito di questa Gubbio fu costretta ad accettare una forzata alleanza con Perugia stessa.

L’imperatore Ottone IV di Braunsweig nel 1211, con un diploma redatto a Montefiascone, concedette agli eugubini una serie di privilegi per la devozione dimostrata all’Impero.

Tra il 1216 e il 1217 vi fu un nuovo conflitto con Perugia per il dominio di Nocera, che venne perduta dagli eugubini insieme a una serie di castelli lungo il confine meridionale, i cui feudatari preferirono passare sotto il controllo di Perugia.

Dopo la morte di Ottone IV (1218), Gubbio, sotto la protezione di Federico II ebbe un periodo di grande sviluppo economico e di pace, non dovendo subire per circa mezzo secolo le aggressioni della potente Perugia.

Forse risale a questo tempo in primo nucleo del Palazzo del Capitano del Popolo mentre nel territorio furono edificati oltre un centinaio di castelli. A causa della creazione del castello di Pergola, Gubbio, alleata con gli assisani, entrò in conflitto con Cagli, che trovò l’appoggio della potente Perugia. Nel 1235 papa Gregorio IX, nel tentativo di portare gli eugubini tra i filo-papali, emanò da Perugia un breve per fare sciogliere l’alleanza di diverse città contro Gubbio ( con Perugia erano Fano, Pesaro, Urbino, Ancona ecc. ). Fu il favore di Federico II a consentire agli eugubini di portare a compimento l’edificazione di Pergola (1236) e sempre con l’appoggio dell’imperatore Gubbio fondò e sviluppò anche Cantiano ed acquisì Costacciaro dai monaci di Fonte Avellana.

Nel conflitto tra papa Gregorio IX e Federico e dopo la scomunica subita da questo del 1239, Gubbio ebbe una breve svolta in senso guelfo ( podestà Brancaleone di Coccorano nel 1240 ), ma tornò subito fedele, nel 1241, dopo la morte di Gregorio IX, a Federico, che indirizzò alla città tre diplomi di privilegi. Tutti i podestà fino al 1250 furono ghibellini.

Accanto a Federico II nella battaglia di Parma (1248), gli eugubini, dopo la sconfitta e dopo la morte dell’Imperatore nel 1250, pur se ancora schierati con Manfredi, accettarono la mediazione proposta dal papa francese Urbano IV, che nel frattempo aveva richiesto contro gli Svevi l’intervento di Carlo d’Angiò (1264). Da quell’anno Gubbio passò sotto il controllo di Perugia.

Una Rocca e una città: Gualdo Tadino

Tra gli anni ’30 e ’40 del Duecento, Federico II avviò una serie di iniziative politiche e militari contro alcuni comuni dell’Umbria e in particolare contro Perugia, in quel tempo sede del Papato. Tra i comuni che beneficiarono di questa nuova situazione sottraendosi alla pesante dominazione dei perugini c’era anche Gualdo, che, schieratasi subito con l’imperatore, ricevette da lui favori e protezione. Federico II si fece così promotore della rifondazione e del ripopolamento di Gualdo, un centro destinato a diventare un polo strategico del controllo dei territori dello stato papale. Il castello, nodo centrale della politica edificatoria di Federico II, divenuto espressione del potere e del pensiero ordinatore dell’imperatore piuttosto che redidenza del signore doveva rispondere alle esigenze di una politica accentratrice e alle necessità militari e così fu per Gualdo, che, pur essendo sfuggita agli storiografi delle “nuove fondazioni” federiciane, ne presenta tutti i caratteri: suddivisione in quattro quartieri, cinta muraria con quattro porte, regolarità dell’impianto allungato e simmetrico rispetto ad un asse centrale, potenziamento o quasi totale ricostruzione della preesistente rocca Flea, resa solida e difficile da espugnare grazie alla costruzione di mura civiche che si staccavano da due lati della rocca, a est e a ovest, andando a circondare l’abitato.

L’obiettivo era quello di organizzare la città come un “grande castello”, espressione diretta del potere politico, burocratico e militare del sovrano: una città che, sottratta al controllo ecclesiastico e mercantile, fosse inserita nel sistema di uno stato accentratore rappresentato dal potere assoluto del suo imperatore. Si fa risalire a Federico II la costruzione di una possente cinta muraria, con diciassette torri e quattro porte che, avvolgendo in un lungo perimetro il colle Sant’Angelo, si chiudevano a nord-est, a ridosso della dorsale appenninica, inglobando la rocca Flea. La testimonianza storica di questo evento è una iscrizione scolpita in una mensola d’impostazione di un arco, estratta da un muro e collocata in bella evidenza nel fornice della Porta di San Benedetto, il cui testo recita: “Porta di San Benedetto, regnando Federico Imperatore, nel mese quarto dell’anno del Signore 1242”.

Città di Castello lungo i percorsi di spostamento dell'Imperatore

Nei giorni tra il  23 e il 26 gennaio del 1240 Federico II attraversò Città di Castello e vi sostò: da lì proseguirà per Gubbio, Gualdo Tadino e Foligno come testimoniano i registri della Cancelleria dell’Imperatore, dove si rileva l’emissione di oltre 15 mandati.

Il 31 gennaio del 1240, a Foligno, Federico II delegò Buonconte di Montefeltro a promuovere un’intesa tra le città di Gubbio e di Città di Castello. Questa venne conclusa con un patto redatto  da un  cancelliere d’eccezione, Pier delle Vigne, e fu detto  ” pace della cattedrale “, che fu fatto pubblicare in tutte le maggiori città italiane.

Nel 1242 Città di Castello, dopo un periodo di gualfismo, ritornò alla devozione all’impero. Federico II accoglierà benignamente, rilasciando diplomi, la richiesta di protezione come città fedele all’impero. Tuttavia la città dovrà pagare all’erario imperiale un consistente censo annuo, le spese per il mantenimento del podestà Ildebrando imposto da Federico e dovrà spedire all’imperatore soldati e ambasciatori.

Itinerari:
  • Gubbio: preesistenze medievali del Palazzo Ducale, opere duecentesche nel Museo Civico del Palazzo dei Consoli, telo da parato nel Mueo delle Memorie ubaldiane
  • Gualdo: Rocca Flea, chiesa di San Francesco
  • Città di Castello: Palazzo dei Priori; Museo Diocesano ( Paliotto del XII secolo, pastorale trecentesco…)