IL GIUDIZIO STORICO SU FEDERICO II
Matteo Paris ( 1200 – 1259 ), monaco benedettino inglese, definì l’mperatore il più grande tra i principi della terra: “Stupor mundi et immutator mirabilis”. Salimbene de Adam o da Parma (Read More…
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Un tratto di territorio chiamato Normandia che si estende da Montecchio a Castel Ritaldi, include i Castelli di Castagnola, Giano, Macciano, Clarignano, Morcicchia, Moriano e Colle del Marchese. (G. Ermini). “Questi popoliRead More…
La Ediart di Todi ha pubblicato di recente un volume dal titolo ” La Valnerina velata” La rete ospitaliera – ospedaliera nei secoli XII-XIV ” Ne è autore Omero Sabatini, che inRead More…
Nel 1177 Federico Barbarossa nominò Corrado di Urslingen duca di Spoleto e conte di Assisi. Il duca Corrado, che negli anni seguenti diventerà uomo di fiducia di Enrico VI, poteva basare la propria autorità sulle fortezze di Assisi, Gualdo Tadino, Nocera e Cesi. Se città come Spoleto o Foligno poterono sviluppare tutte le istituzioni del comune libero, Assisi, che pure contava all’epoca circa diecimila abitanti, dovette necessariamente subire il controllo da parte dell’Urslingen.
Il 24 maggio 1177 Federico Barbarossa, rivolgendosi ai consulibus Fulginatibus Monaco, Rodolfino, Attone e Mariano, concesse al comune di Foligno il possesso di Bevagna e di Coccorone. Lo stesso Barbarossa, il 24 novembre 1184 in un altro diploma rivolto a Foligno, esaltò la fedeltà dei Folignati e dispose ancora una volta il passaggio di Bevagna e di Coccorone, di fatto appartenenti al comitato di Spoleto, ribelle all’impero, sotto il loro controllo.
Poco dopo l’elezione al soglio pontificio di Gregorio IX nel 1227, re Enzo, figlio naturale dell’imperatore Federico II entrò col suo esercito a Foligno, principale baluardo ghibellino all’interno del Ducato di Spoleto. Da Foligno le truppe imperiali iniziarono a creare problemi nei territori di Perugia, di Assisi, di Trevi, di Todi e di Spoleto nel tentativo, risultato vano, di strappare questi comuni dall’obbedienza alla Chiesa. L’azione sortì invece effetti positivi con Bevagna, Bettona e Spello, centri che da tempo erano legati a Foligno e che sostenevano le rivendicazioni dei Folignati contro Perugia e Spoleto.
La comunità di Gualdo Tadino “entrò nella storia” il 23 luglio 1208 quando Rainerio Alberti, consul comunis Gualdi, insieme ad altri suoi dodici concittadini si presentò ai quindici consoli e al camerario del comune di Perugia nella contio, l’assemblea generale di tutti i cives nonché l’organo di base della rappresentanza politica municipale. Nella specifica occasione, i delegati gualdesi consegnarono ai consoli perugini la Rocca Flea e sottomisero sé stessi e i loro concittadini al comune di Perugia in cambio di tutela e sostegno, a patto che il console o i consoli in carica nel presente e in futuro giurassero fedeltà a Perugia.
Nel maggio del 1159 Federico Barbarossa concesse a Ottaviano dei Monticelli, che pochi mesi dopo sarebbe stato eletto antipapa col nome di Vittore IV, e ai suoi fratelli Ottone, Goffredo e Solimano, la città e il contado di Terni con la relativa giurisdizione.
Il 24 maggio 1177 Federico Barbarossa decise di aggregare il castello di Coccorone con i suoi abitanti al comitato di Foligno. In risposta a tale decisione imperiale, i boni homines, i consules populi Coccoronii e tutto il popolo del castello nel marzo del 1180 si sottomisero al comune di Spoleto, in quel momento fra i più fieri oppositori imperiali nel Ducato spoletino.
Quando, in seguito alle recuperationes, nel 1198 Innocenzo III istituì il primo rettore papale del Ducato di Spoleto nominando Gregorio, cardinale diacono di Santa Maria in Aquiro, Gubbio figurava all’interno del ducato stesso. Nel corso della prima metà del XIII secolo il Ducato spoletino si trovò ad essere conteso a causa del proprio significativo ruolo strategico: da un lato rappresentava una base territoriale in grado di legittimare il potere temporale dei papi e dall’altro per Federico II poteva assumere il ruolo di trait d’union fra Regno di Sicilia, Regnum Italiae e Germania garantendo continuità territoriale ai domini imperiali.